Lettera nata da una amara consapevolezza del Dott Salvatore Giuseppe Vicario che così esternava il suo senso di responsabilità: "Negli anni '80 del secolo scorso, impotente davanti alla distratta conduzione amministrativa, sentii la necessità di giustificare, ai giovani del 2000, la generazione che non avevo avuto la possibilità di convincere a un maggiore senso di responsabilità."

Ieri sei nato tu, cittadino ventenne della Tor Lupara del Duemila: noi vergavamo queste note, e tu emettevi il primo vagito! E al primo impulso di gioia per la nuova vita che si affacciava alla ribalta "luparina" si è sostituito gradatamente in noi un senso di angoscia.
Ieri sei nato tu, e forse sarai nostro giudice severo! Noi ti affideremo, a quella data, le fortune di Tor Lupara; te l'affideremo, sì, e come sempre ti dovremo fare le consegne, ti dovremo presentare un conto di profitti e perdite. Avrai il volto corrucciato? Forse sì, perché non riuscirai a renderti conto di certe carenze, di tante carenze. E forse avrai anche ragione.
Ma noi ti consegneremo un luogo che abbiamo creato con la nostra passione, con i suoi difetti, ma anche con i suoi pregi, e soprattutto come frutto di un nostro sacrificio di quasi mezzo secolo. Lo accetterai come ti perverrà: inizierai con nuova energia la strada per dare a Tor Lupara quel che noi non fummo capaci di dare.
Da quella data fatidica tuttavia ci separano ancora quattro lustri e in tutti questi anni certo non ce ne resteremo inerti, per non dover sentire troppo pesantemente critico lo sguardo tuo.
Ed ecco perché, agli inizi degli anni '80, ci proponiamo una linea che ci dovrebbe condurre fuori dalle secche che da un quinquennio ci angustiano; pochi elementi traenti e il resto verrebbe automaticamente.
Ci sembra che per un ulteriore balzo in avanti gli elementi fondamentali dovrebbero essere tre e ce li proponiamo come, traguardo:
- I- La rapida approvazione del PRG, che dovrebbe ridare respiro all'edilizia, ormai asfittica: sino a qualche anno addietro queste balze erano tutte un cantiere;
- II- L'acquisizione da parte dì Tor Lupara di una funzione precipua nell'area sanitaria, della quale già oggi se ne vede un notevole segno: pensiamo alla attività rieducativa e per lungodegenti che la zona - in posizione salubre e vicina alla grande città - potrebbe assumere. Già in sede vi è il grande Istituto Geriatrico Nomentano, Villa Azzurra per bambini portatori di handicap (terapia e istruzione) e un poliambulatorio: la Linea medica. Vi è poi, dì proprietà pubblica, Villa Madonna delle Rose che, a nostro avviso, potrebbe risolvere definitivamente la cronica carenza di posti-letto degli ospedali di Roma e provincia;
- III – Tuttavia, anche se ci sembra che queste poche cose, unite a una saggia amministrazione, potrebbero dare una ripresa notevole a Tor Lupara, è inutile nascondersi che l'ostacolo basilare per questo insediamento è la già tante volte ricordata divisione territoriale: ecco, questo dovrebbe essere il punto più qualificante di ogni futuro programma di sviluppo.
Tor Lupara, nei confini delineati all'inizio, dovrebbe essere un centro unico o tutto accorpato a Mentana, o costituito in 21a Circoscrizione della Città di Roma o elevato al rango di Ente Locale Autonomo, comprendente Tor Lupara di Mentana, Tor Lupara di Guidonia, Colleverde, S. Lucia di Guidonia e, previo referendum popolare, S. Lucia di Mentana .
Si tratterebbe di un Comune di non grande estensione, ma ampiamente popolato, con un non disprezzabile polmone di area agricola, con due macchie forestali (Fonte Nuova e Spallette di S. Margherita) e un bel complesso edilizio medievale che, ove possibile acquisire alla Comunità, darebbe una molto decorosa Casa comunale: il Castello di Tor S. Antonio, già di Tor Saccoccia.