Il campanile della chiesa di S. Nicola al Borgo in Mentana
Verso la fine del XII secolo, ma specialmente all'inizio del XIII, cioè nei tempi di Innocenzo III e della lotta contro l'assolutismo imperiale di Federico II, si ha un notevole rafforzamento politico del papato. E' in tale periodo che inizia una vera ripresa artistica, anche se la compromessa economia di Roma e del Lazio non potè consentire opere di grande mole e vistosità. Tuttavia nel Lazio, in tale periodo, si impose un «romanico classico», cui in seguito guardarono Giotto e Arnolfo. ...
Gli architetti dei campanili romani e laziali dettero realizzazioni tra le più belle del così diffuso tipo di campanile romanico. Pochi e vetusti mezzi decorativi, paramenti di cotto, cornici a denti di sega, piccoli beccatelli di pietra bianca, colonnine di polifore fatte di pietra con capitelli a stampella, consentivano loro di dare alle costruzioni una grande nitidezza di taglio e insieme un crescendo di ariosità da piano a piano.
Il campanile della Chiesa di S. Nicola di Bari, in Mentana, si fa risalire proprio a quest'epoca. Sorge in fondo al corpo della chiesa, ad una sola navata ed è il simbolo di Mentana medievale. Non v'è alcuna possibilità di discussione sul collocamento della costruzione del campanile in tale epoca: ne fanno fede il modo come si è sviluppato il nucleo medievale di Mentana e le mura di cinta, nonché la posizione stessa in cui la Chiesa è costruita.
Tuttavia la parte superiore fu ricostruita intorno al 1500, poiché lo stile attuale è di architetto vicino a Baccio Pontelli ed è simile al campanile di S. Agnese fuori le Mura (F. Zeri).
Il campanile è a pianta quadrata e a due terzi della sua altezza ebbe incorporato, nel secolo XIX, l'orologio che ancora oggi batte il tempo per i mentanesi (e vi fu un tempo in cui era sentito da tutti poiché Mentana sino al 1943 era costituita dal nucleo medievale e dal Borgo secentesco che andava dal «Ponte» alla «Madonna»).
Ha, molto in alto, un solo ordine di bìfore dagli archetti a tutto sesto poggianti, nel mezzo, sopra una colonnina di travertino, ottagonale, con abaco quadrangolare sopra al quale poggia un capitello a navetta.
Svetta verso il cielo, con molta eleganza, con una cuspide piramidale e resta a testimoniare la perduta vetusta bellezza di tutto un agglomerato che i mentanesi — unici proprietari — non riescono a stimare per quel che vale e che giornalmente conducono verso l'irreparabile distruzione.
Scritto da e pubblicato per gentile concessione di Salvatore Giuseppe Vicario.