Il dubbio scritto nel titolo è sorto durante la riunione per il ventennale dell' Associazione Nomentana di Storia e Archeologia ONLUS che tanto ha fatto per il nostro territorio da meritare la più profonda gratitudine degli abitanti del nordest romano. Già, se non ci fossero loro saremmo davvero poveri: avremmo perduto totalmente la nostra storia, già profondamente minacciata e talvolta distrutta dal progresso, dall'espansione edilizia, dalla crisi, e qualsiasi altra cosa ci sia stata nell'ultimo secolo. Ogni cosa, sul momento, è stata più importante agli occhi di chi ha deciso, c'é sempre stata un'urgenza indifferibile che ha messo la cultura in secondo piano. In questo periodo di profonda crisi, stagnazione e recessione sia economica che culturale, tuttavia, qualcuno tiene duro nonostante le critiche di cui parleremo più avanti, motivo della voglia che ho avuto di scrivere il presente articolo...
L'edizione 2014 dell'annuale riunione dell'Associazione Nomentana di Storia e Archeologia è stata istruttiva ed interessante ed ha visto, come di consueto, il conferimento del Premio Durantini, uno dei pochi premi che riconoscono gli studi fatti per amore della storia e dell'archeologia, uno dei pochi riconoscimenti prestigiosi dati a persone meritevoli in un panorama generale di imbarazzante silenzio, soprattutto nelle periferie della capitale!
Quest'anno il premio è stato assegnato alla Dott Alessandra Frontini per il suo stupendo lavoro "Museo complice?", pubblicato negli annali 2013-2014. L'elaborato punta una luce dritta su un paradosso che soprattutto i non addetti ai lavori mai potrebbero immaginare.
Alla manifestazione sono intervenute persone di nota levatura culturale, hanno partecipato anche studiosi insigniti del "Premio Durantini" negli anni passati ed altre personalità che per levatura culturale imbarazzavano non poco i miei studi principalmente tecnici e sicuramente poco umanistici. Posso quindi affermare di aver "curiosato" più che "partecipato", ma l'ho fatto comunque con molto piacere.
Alla riunione hanno partecipato anche dei rappresentanti delle Istituzioni: Adriano Mazza Assessore risorse finanziarie Comune di Guidonia e Silvia Mazza Presidente Commissione Cultura Comune di Guidonia.
In particolare l'intervento di Adriano Mazza è stato ruvido, graffiante, volutamente provocatorio. L'Assessore, confermando l'impegno per un progetto di recupero per la Basilica di S. Sinforosa comunicava agli astanti la fine di un "certo modo" di promuovere la cultura, la fine della possibilità di aver denaro dai comuni poiché non più sostenibile per le politiche comunali poiché "non paganti" in termini di consenso e per gli scarsissimi fondi a disposizione. Faceva quindi riferimento alla necessità assoluta di collegare la cultura al commercio per reperire i fondi necessari. Il denaro dato alla cultura avrebbe "fruttato" pochi voti, poiché i cittadini sono poco sensibili in tale ambito, mentre il denaro dato ad un bell'evento come una festa popolare avrebbe fatto "incassare" molto più consenso. Questa sembrerebbe essere la dura verità.
Evidentemente era stato stimolato da un'osservazione del Dott Moscetti, il quale sottolineava che in passato l'assessorato alla cultura nei vari comuni della periferia raramente è stato dato a persone con la giusta competenza, riducendo quell'incarico delicato all'organizzazione di festività ed eventi forse più da associazione locale che da articolazione istituzionale di responsabilità culturale.
La spiegazione dell'Assessore è plausibile, in fondo è sempre stato così, è sempre stato conveniente dare alla gente la cosa più facile piuttosto che iniziare una seria campagna di educazione alla cultura e di crescita culturale. Il Dott Moscetti nel suo discorso ha fatto riferimento al "panem et circenses", ed il popolo di certo non si lamentava dei giochi! Ora cambia il motivo ma il risultato è il medesimo: puntare sui giochi perché portano consenso.
In definitiva tutto si potrebbe ridurre alla solita frase: "Con la cultura non si mangia".
Queste considerazioni mi hanno un pochino scosso, mi scuote soprattutto la mancanza di una analisi critica della situazione e delle responsabilità ad essa connesse. Se è vero, come è certamente vero, che la Cultura non può più attendere finanziamenti pubblici perché non arriveranno per i due motivi sopra esposti ( mancanza fondi e presunto scarso interesse della cittadinanza ) è vero anche che si dà a torto la responsabilità del tutto allo scarso interesse che suscita la cultura nella cittadinanza. Come potrebbe essere interessata??
Nei decenni passati le risorse impegnate nella cultura sono state esigue e quando sono state elargite somme, spesso, è stato fatto male, seguendo assurde logiche di "partito" o di "appartenenza", senza una struttura, senza una coordinazione, senza la vera volontà di ottenere un risultato per tutti, per i cittadini. Giustamente, questi ultimi, come potrebbero essere oggi interessati a qualcosa che gli stessi gestori della cosa pubblica ritengono ed hanno ritenuto SUPERFLUO?
Il Dott Vicario ha confermato più volte nei suoi scritti l'assoluta refrattarietà di certi personaggi politici, di certe gestioni, alla Cultura.
Caso forse poco noto ma importantissimo è stata la perdita di un'incredibile lascito, un'offerta imperdibile del grande Prof Zeri, noto critico d'arte, cittadino di Mentana: numerosi volumi della sua biblioteca privata che, se non erro, è finita a Bologna. Non dimentichiamo poi l'incredibile storia che non ho mancato di riportare su fontenovesi.it relativa alla sfortunata iniziativa del "Comitato per la salvaguardia del patrimonio storico, artistico e ambientale di Mentana." Una incredibile iniziativa che ha visto il Prof. Zeri ed il Dott Vicario in prima linea nel cercare di salvare qualcosa, ovviamente senza fondi.
Volete sapere com'é finita? Bé, semplice, l'iniziativa s'é infranta come un'onda di entusiasmo e passione sugli scogli del menefreghismo e "intrallazzismo". Amara vicenda che ha regalato ai posteri un bel disegno del Prof Federico Zeri e molta rassegnazione (visibile nell'articolo al precedente link). Il Comitato in 4 anni ottenne dei risultati, ci mise impegno e risorse personali ma non fu mai appoggiato dalla politica, anzi fu osteggiato in ogni modo, fino ad essere "sfrattato" senza avviso alcuno.
Oggi vogliamo dire che i cittadini se ne fregano? Oppure sono le istituzioni locali a non essere state attente?
Che sia chiaro: la prima responsabilità è stata di chi gestiva la cosa pubblica. I cittadini sono stati derubati dalla malagestione, dalla "mala-edilizia" e dalla malafede.
Nessuno punti il dito sull'ingnoranza del cittadino medio che, come me, non conosceva l'esistenza di monte gentile, non sapeva cheil percorso dell'antica Nomentana a Fonte Nuova ricalca Via Monte Circeo, che ignorava l'esistenza di grandi ville romane nel territorio cittadino, che non sapeva dell'esistenza di taberne ed are funerarie... potrei continuare per pagine e pagine... 20 anni di scritture, di premi, di impegno. 20 anni di Associazione Nomentana di Storia e Archeologia ONLUS.
No, la colpa non è del cittadino, la colpa non è degli esponenti del mondo culturale, i quali, in fondo, sono tecnici, sono divulgatori. La colpa, se proprio la si vuol cercare, è stata della GESTIONE della cosa pubblica.
Fermando il punto qui, vorrei far quadrato e levare gli scudi per difendere coloro i quali ci hanno donato i loro studi ( si, DONATO in quanto fornito gratuitamente! Quindi nel senso letterale della parola ). Queste persone, in mancanza di una GESTIONE saggia della cosa pubblica, sono dovuti andare a bussare di uscio in usco, col cappello in mano chiedendo finanziamenti, soldini necessari NON al loro tornaconto ma alla STAMPA per la DIVULGAZIONE.
Questo ESULA dai loro compiti! Ed oggi, dopo che per anni hanno fatto l'umiliante giro delle 7 chiese per raccattare i fondi minimi necessari, si dice loro bruscamente che "è finita, non si può continuare", si deve collegare la cultura al commercio.
Signori, io non l'ho gradito, sono infastidito. SI è VERO! Oggi non ci sono fondi, ma bisogna ricordare che è stato sempre lo studioso a bussare di porta in porta per cercare un supporto che veniva e probabilmente viene dato con più facilità ad una festa "della SARSICCIA" o "sagra DELLA NUTELLA" piuttosto che ad uno studio che possa elevare culturalmente la cittadinanza rendendo tutti più consapevoli di quel che hanno intorno.
Cultura, consapevolezza e rispetto ritengo che siano strettamente legate tra loro. Solo un musicista può capire fino in fondo la difficoltà di una canzone, di un pezzo, di un virtuosismo. Come potrebbe un ignorante capire l'importanza di un'opera di marmo? Come potrebbe rispettarlo, non considerandolo solo un pezzo di marmo come gli altri?
L'accrescimento culturale porta ad un aumento del rispetto, quindi va benissimo la concertazione, ma che sia il commercio ad essere collegato alla Cultura e quindi ad essa subordinato, non il contrario!
Di esempi nel mondo ce ne sono a centinaia, ma qui in italia sembra essere impossibile. Vediamo un esempio:
Il Cutty Sark -
si può considerare uno degli ultimi gloriosi "Cutter", le ultime navi da trasporto a vela, le più veloci mai esistite. Rappresenta il canto del cigno della navigazione a vela.
Ovviamente dopo secoli ha ben poco di originale a bordo. In italia, con i fondi e col sistema di sovvenzionamento della cultura che abbiamo, sarebbe probabilmente un pezzo di legno e ferro marcito. Loro sono riusciti a posizionarla in una maniera suggestiva, fuori dall'acqua, con una galleria a vetri che consente di passare sotto la chiglia e che da un lato ospita un bar con dei tavoli in cui è possibile bere qualcosa sotto la lucente opera viva della nave, dall'altro un'area dedicata alle feste per bambini.
All'interno l'imbarcazione è piena di giochi e video che descrivono l'attività fatta quando la nave era in servizio. Infine le cabine dei marinai e l'area del comandante e degli ufficiali è totalmente restaurata e disposta a museo.
Consideriamo poi i gadget e lo shopping online... guardate il sito. Visita anche i siti di turismo.
Ovviamente qui parliamo di un meccanismo già ben oliato e funzionante ma rappresenta esattamente quel che intendevo dire con "commercio legato alla cultura" .
Cos'é quindi la cultura legata al commercio? è una appendice dipendente e subordinata al bene maggiore: gli introiti del commercio.
In poche immagini:
Ma chi può organizzare un modo efficace che faccia effettivamente confluire i fondi reperiti dal commercio alla difesa del bene culturale e non faccia diventare il finanziamenteo della Cultura un'opera di bene? Solo una sana e PUBBLICA concertazione tra esperti del settore culturale, commercio ed amministrazioni.
Perché pubblico? perché tutti debbono sapere gli sforzi fatti, gli interessi in gioco e i fondi che andranno alle singole opere.
Questa è la mia idea, la vostra?